Medicina basata sulla evidenza: l’uso della letteratura scientifica nella medicina clinica


L’Evidence Medicine ( Evidence-based Medicine; EBM ) ebbe origine nel 1992, da una serie di studi iniziati oltre 10 anni prima presso il Dipartimento di Epidemiologia Clinica e Biostatistica dell’Università canadese McMaster e aventi come oggetto il miglior uso della letteratura scientifica per l’aggiornamento medico.
Da queste radici, l’EBM ha sviluppato il concetto che le “evidenze” devono avere un ruolo preminente nelle decisioni terapeutiche, intendendo con il termine “evidenze” le informazioni aggiornate e metodologicamente valide dalla letteratura medica.

L’Evidence Medicine ha avuto sviluppo in due aree di applicazione: le macrodecisioni di sanità pubblica o riguardanti gruppi omogenei di popolazione e la pratica medica sul paziente individuale. È questa l’area di maggior interesse per l’Evidence Medicine, che si è data una missione essenzialmente didattica: insegnare ai medici come tradurre in domande chiare e definite ( “answerable” ) il bisogno di informazione emergente durante l’incontro con un paziente, e come ricercare nella letteratura, selezionare e applicare le “evidenze”.

Originariamente definita come “un nuovo paradigma emergente per la pratica medica”, l’Evidence Medicine ricevette, quattro anni dopo, una definizione più cauta: “ Evidence Medicine è l’uso coscienzioso esplicito e giudizioso delle migliori evidenze aggiornate [ dalla letteratura ] per prendere decisioni riguardo alla cura dei pazienti individuali”, riconoscendo poi la necessità di integrare le “evidenze” con la competenza clinica individuale ( “expertise” ).

L’Evidence Medicine ha prodotto un enorme numero di iniziative editoriali, classificabili in due categorie principali: iniziative che espongono e commentano i criteri metodologici di valutazione critica e di applicazione delle “evidenze” e pubblicazioni “secondarie” che presentano sintesi di articoli originali, selezionati per interesse clinico ( soprattutto terapeutico ) e valutati criticamente per validità metodologica ( “prefiltered” ).
Sono soprattutto queste ultime ( delle quali quella clinicamente più importante è la Clinical Evidence ) che l’Evidence Medicine raccomanda come “evidenze” utilizzabili nella pratica, riconoscendo che la ricerca sistematica e la valutazione critica degli articoli originali sarebbero un compito inverosimile per i medici che esercitano la pratica corrente.

Nella più realistica versione attuale ( uso delle “evidenze” riassunte e commentate nelle pubblicazioni secondarie; riconoscimento del ruolo primario della competenza clinica per praticare la medicina ) l’Evidence Medicine potrebbe assumere un ruolo strategico nell’implementare il passaggio delle innovazioni terapeutiche dalla ricerca clinica alla pratica. ( Xagena_2003 )

Fonte: Ministero della Salute, 2003

XagenaMedicina_2003