Informazione scientifica dalle aziende farmaceutiche: la maggioranza dei medici di medicina generale non è soddisfatto


Il 79,2% dei medici di famiglia vuole cambiare l’informazione scientifica del farmaco, il 76,9% è insoddisfatto relativamente alla qualità e quantità dell’informazione ricevuta dalle aziende farmaceutiche.

Questo è quanto emerge dalla seconda indagine promossa dal Centro Studi Nazionale FIMMG sulla soddisfazione dei medici italiani rispetto all’attività informativa delle aziende farmaceutiche. I dati raccolti da un campione di 800 medici rappresentativo, a livello nazionale, di tutti i medici operanti in questo settore, sono stati messi a confronto con quelli raccolti da un’analoga ricerca nell’ottobre del 2007 ( stessa metodologia quanti-qualitativa, questionario raccolto via mail ).

L’insoddisfazione rispetto al metodo prevalente di informazione e contatto da parte delle aziende farmaceutiche, ovvero tramite gli Informatori Scientifici del Farmaco - ISF – cresce in particolare presso i medici molto insoddisfatti: si passa da un 18,3% del 2007 dei medici - soddisfatto raramente e mai - al 20,2% del 2008 ( +1,9% ). Aggiungendo l’item - soddisfatto a volte – la totale insoddisfazione passa da 68,9% del 2007 al 69,4% del 2008, con un aumento più attenuato ( + 0,5% ).

Rispetto all’edizione precedente si conferma che la difficoltà organizzativa per il medico è un tema rilevante; tuttavia il medico sta fronteggiando meglio il problema: cresce infatti del 4,6% chi riceve gli ISF solo per appuntamento ( 42,3% del 2008 contro 37,7% nel 2007 ); diminuisce analogamente chi li riceve tra una visita e l’altra ( dal 37% al 30,8% ); ma soprattutto diminuisce significativamente del 5,9% il numero degli ISF ricevuti dai medici. Se circa il 51,2% dei medici riceveva in un mese oltre 20 ISF, oggi la percentuale scende a 45,3%. Tale dato sembrerebbe confermare insieme al disagio organizzativo anche la percezione di uno scarso valore aggiunto, se per circa l’80,1% del campione rimane stabile anno su anno la richiesta di una maggiore competenza specifica da parte dell’informatore medico-scientifico sulla medicina generale e sulla realtà territoriale in cui il medico opera. La competenza scientifica si conferma e anzi cresce d’importanza quale caratteristica premiante dell’ISF per il 63,2% dei medici ( era il 60,5% nel 2007 ).

È tuttavia interessante notare che il medico dà un giudizio più sullo strumento che non sulla persona/categoria. Si conferma infatti la scarsa importanza attribuita dal medico al brand farmaceutico rappresentato dall’IFS, solo il 9,4% ( era l’8,4% nel 2007 ) attribuisce importanza a questo elemento, mentre cresce d’importanza il rapporto personale con l’ISF, oggi per il 69,2% dei medici ( era il 67,9% nel 2007 ).

I dati 2007-2008 a confronto hanno mostrato un dato peculiare: l’allargamento della forbice tra medici-donna e medici-uomo sulle caratteristiche che maggiormente contano nel profilo dell’ISF. Le donne-medico, per il 69,7% ( contro il 61,8% degli uomini-medico ), badano alla sostanza, privilegiando l’importanza della competenza degli ISF rispetto al rapporto personale con un 52,5% per le donne contro un 72,9% degli uomini.

In ogni caso si conferma che per la stragrande maggioranza dei medici di famiglia ( il 79,2% ) l’informazione scientifica del farmaco deve cambiare. Era l’82,7% nel 2007, il 3,5% di delta va a favore dei non so che passano dal 7% del 2007 al 10,6% del 2008.

Aumenta molto significativamente la percentuale dei medici ( + 8,5% ) che anche pensa che nel futuro l’informazione tramite IFS non sarà d’interesse per il medico ( 38,0% oggi contro il 29,5% del 2007 ).

Oggi il 13,9% rispetto al 6,4% del 2007 ritiene che saranno le aziende farmaceutiche stesse a modificare le modalità di contatto con i medici.

Più precisa e più concentrata infine la richiesta dei medici di famiglia sulle modalità e gli strumenti di cambiamento: il 36,2% richiede strumenti on line ( con un significativo +11,3% sul 24,9% di solo un anno fa ), il 42,2% ritiene che siano più utili incontri a tema con piccoli gruppi anziché singole visite in studio con un ancora più che significativo ( + 21,6% rispetto al 20,6% del 2007 ).

Giacomo Milillo, segretario nazionale FIMMG, ha dichiarato che uno dei temi rilevanti per la pratica professionale dei medici di famiglia italiani è la qualità del loro aggiornamento rispetto alle evoluzioni farmacologiche. È evidente che l’attività informativa da parte delle aziende farmaceutiche, una delle principali fonti in materia per i medici di medicina generale, deve evolvere verso strumenti più flessibili, on line, concentrando gli incontri in momenti allargati. Ma la formazione per essere significativa deve porsi oggi un altro tema quello della multidisciplinarietà rispetto ai target di medici. Medicina generale e specialistica devono viaggiare in parallelo per consentire una vera presa in carico del paziente, orientandolo davvero verso le terapie e i servizi del SSN. Oggi l’evoluzione delle patologie croniche e l’innovazione farmacologica devono essere fronteggiate attraverso una formazione multidisciplinare verso entrambi gli erogatori tecnici delle cure della medicina specialistica e della relazione gestionale nella medicina generale.

La Fimmg ( Federazione Italiana Medici di Medicina Generale ) oggi rappresenta circa il 64.4% dei 42.337 medici di medicina generale iscritti a un sindacato, pari a 27.361 medici, compresi i medici dei settori continuità assistenziale, medicina dei servizi ed emergenza sanitaria territoriale.

In Italia, lavorano circa 60.000 medici di medicina generale di cui 47.000 medici di famiglia e 13.532 di continuità assistenziale ( ex guardia medica ).

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